|
Maurizio Tufoni ci racconta della sua ultima creazione: le Gole del Velino.
Spettacolare falesia, in posizione strategica tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, e vie di alto livello.
Un giocattolo per scalatori forti, ma con vie ben protette e attrezzate con materiali certificati, sulle quali possono cimentarsi anche tutti gli altri. La guida, a cura di Maurizio Tufoni, è stata appena pubblicata su ClimbAdvisor. Scaricate la nuova versione della app e date un'occhiata!
Gole del Velino: La storia di questa falesia comincia nel 2010 quando, sempre in cerca di nuovi posti dove arrampicare, sfogliando una vecchia guida del Piceno del 1996 "Piceno verticale", mi imbattei nelle Gole del Velino, che proprio nel piceno non sono...
Lessi che esistevano 4 vie aperte dall'allora numero uno arrampicatore ascolano Stefano Romanucci.
Ormai il seme della curiosità era stato piantato, decisi così di fare i 100 km che mi separavano dalle gole per andare a vedere.
Arrivato sul posto però sono riuscito a dare solo uno sguardo fugace alla parete, in quanto la strada era tutto un cantiere aperto e non c'era alcuna possibilità di sosta.
L'idea resta così nel cassetto per altri 6 anni, quando preso dalla voglia di avventura tornai con più determinazione, questa volta riuscii a salire verso la parete, arrivato alla base del settore che poi chiamerò "Superattico", noto subito le vecchie vie sulla sinistra in stato di totale abbandono con addirittura una corda lacerata che penzola da una vecchia catena arrugginita.
Penso subito che qui non ci ha mai scalato nessuno o quasi, del resto le vie sembrano dure e così poche da non incoraggiare certo la frequentazione.
Rimango però colpito dall' imponenza e dalla bellezza della parete che nella parte destra diventa strapiombante e più alta, comincio quindi ad intravedere nelle pieghe della roccia linee futuristiche di oltre 40 metri.
La decisione era presa, inizio a pulire il primo sentiero (alla fine i sentieri saranno 3!!!) cambiati in base all'avanzamento dei lavori stradali, che ancora non erano finiti.
Questa avventura è durata un intero anno, dove, in piacevole solitudine, ho affrontato le sfide che la parete mi ha messo di fronte, dal chiodare sotto enormi stalattiti di ghiaccio sospese come spade di Damocle sulla testa in inverno, agli attacchi furiosi di rondini in primavera, dall'indimenticabile temporale estivo con fulmini talmente vicini da sentire l'aria friggere, ovviamente mentre ero appeso in parete protetto dalle norme strapiombo del settore Arecibo.
Chiodare questa parete e lasciare un pezzo di me alle future generazioni è stata un'esperienza unica che non scorderò mai e che mi ha fatto capire che tutto è possibile se lo si desidera veramente.
Commenta