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Qualcosa su Ponte d'Arli

Descrizione

Scoperta da Peppe Fanesi nel 69 vede le prime salite ad opera di Mari, Pagnini e Palermi, ma è nel 94 che  con l’arrivo di Mauro Calibani la falesia diventa quello che vediamo oggi, vie di continuità su placche con duri passi di dita e strapiombi rossi di continuità. Si incontrano a volte degli scavi figli purtroppo di quegli  anni dove erano visti come la normalità. Gli altri settori sono stati valorizzati in diversi anni da Marco Nardi con alcune vie chiodate anche da Gilberto Sacripanti e il CAI Ascoli, mentre il settore libro aperto è stato attrezzato da Tufoni Maurizio e Leandro Fares che hanno anche aperto varie vie negli altri settori della falesia.



Accesso Stradale

Da Ascoli Piceno imboccare la  Salaria in direzione Roma e dopo circa 10 min prendere l’uscita per Ponte d’Arli, arrivati all’abitato continuare a sin attraversando il ponte con vista sul magnifico vecchio ponte romano e subito dopo prendere la brecciata che sale costeggiando il  deposito di blocchi di travertino della cava.(è preferibile salire con un auto non troppo bassa). In breve si arriva ad un cancello che va sempre richiuso ad ogni passaggio  oltrepassato il quale si continua fino ad un bivio, svoltare a destra  e parcheggiare su uno slargo sotto delle antenne. Se si proviene da Roma sulla salaria uscire ad Arli  e poi stesse indicazioni.