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Anno 3010

Anno 3010: i resti della civiltà del 2000 sono pochissimi. I trefoli di ferro del cemento armato si sono arrugginiti dopo pochi decenni e i palazzi e i ponti sono tutti in polvere. La plastica e il silicio degli archivi digitali si sono sgretolati e tutta la nostra memoria storica è indistinguibile, come una lacrima nella pioggia.

La prosa garbata e ironica di Mimmo Scipioni e i riferimenti esoterici e michelangioleschi di Paolo Poliedro per dirci che gli archeologi troveranno solo qualche pezzo di carta scritta e... 

Il Chiodatore Inesistente
Il Chiodatore Inesistente
Paolo Poliedro

Anno 3010, un gruppo di ricercatori si imbatterono casualmente in strani oggetti  tondeggianti  infissi in maniera non casuale lungo quelle che un tempo venivano chiamate "pareti rocciose".

Negli ultimi mille anni, molte cose erano cambiate sul pianeta Terra, molte cose erano andate perdute, in particolare la memoria storica di tutto ciò che riguardava la Terra. Alcune cose erano state ritrovate, tra cui uno strano materiale dove alcuni segni formavano strani disegni e forse altre cose.

Reperto
A paper artifact
Carmela Malomo

Le moderne analisi avevano accertato che quel  materiale in uso tanti anni fa era formato da fibre vegetali non più presenti sul pianeta, che forse si chiamava "Carta".

Il gruppo di ricercatori si spostava senza sosta da una parte all'altra del pianeta alla ricerca di antiche notizie o segni, finchè appunto non trovò questi strani oggetti. Ad una prima osservazione attenta si capì che erano di forma cilindrica, lunghi alcuni centimetri, di piccolo diametro e forse un tempo lucenti.

Era stata proprio questa lucentezza ad attirare l'attenzione del gruppo di ricercatori.

Da un esame approfondito gli scienziati osservarono che questi oggetti infissi  nella roccia, ad una distanza tra loro non troppo lunga quasi a cercare una ipotetica linea continua su queste escrescenze della terra.

Indubbiamente la scoperta era importante, ma capire cosa servissero era una impresa difficilissima.

Questi oggetti nel numero di 12/15, avevano una anomalia, terminavano con due di questi infissi a pochi centimetri l'uno dall'altro. Questi linee erano una parallela all'altra in modo che non si incrociassero mai, la lunghezza di queste opere, usando un antico lessico terreste era di circa 30 metri, ma alcune di queste si prolungavano per centinaia di metri.

Lo Scalatore Inesistente
The Non-existing Climber
Paolo Poliedro

A questo punto lo studio passò in mano agli archeologi.

Questi scoprirono che  le "linee" erano simboli votivi, sistemate in questa posizione per onorare qualche dio che dimorava in quei luoghi.  Questa tesi era avvalorata anche dal fatto, che nella stessa zona erano state ritrovate vestigia di civiltà ancora più antiche.

Gli archeologi immaginarono, queste antiche Donne e Uomini, che con enormi  fatiche si arrampicavano lungo queste rocce per portare sempre più in alto "Il sacro fuoco" che sicuramente ardeva dentro di loro fino a toccare con la loro mano quello che un tempo era "il cielo".

Queste donne e questi uomini avevano sicuramente costruito sulla sommità qualcosa che potesse far capire che il punto che avevano raggiunto era esattamente il luogo magico della loro ascesa. Forse un muro, forse uno spazio ripulito e ben tenuto, facilmente riconoscibile, doveva servire per riunire queste genti.

Una cosa che ancora rimane oscura è come facessero queste genti a fissare questi oggetti lucenti nelle rocce. Si sa per certo,che la tecnologia del tempo non era cosi evoluta per costruire una macchina che potesse forare un materiale cosi duro.

Queste per il momento sono le notizie che i nostri valenti archeologi sono riusciti a ricostruire.

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