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Problemi di Spit: di che cosa si tratta

Gli spit nella roccia, se buoni, sono rassicuranti perchè ognuno di loro può sostenere un carico di circa due tonnellate. Ma, a quanto pare, molti spit presentano delle difettosità più importanti e più gravi di quel che si può immaginare. Speriamo che questa presentazione contribuisca a far prendere coscienza di questi fenomeni,  al fine di migliorare la sicurezza. Comunque state attenti, osservate l'aspetto dei materiali sul posto, e in caso di dubbio, per esempio in caso di ruggine,  prendete delle misure e segnalate il caso (leggi più avanti)!

Parte 2 / 3
Spit rotti
1) Fix Rotto
2) Fittone Rotto
3)Anello di Catena rotto, Kalymnos, Grecia
1) Daidalea 2) Corpo dei Vigili del Fuoco di Gaeta 3) L. Salsotto

I costruttori di materiale per il mondo dell'alpinismo e quello dell'arrampicata usano vari standard (ad esempio quelli dell'Union Internationale des Associations Alpines, UIAA) come informazioni tecniche e di riferimento. La garanzia di un prodotto privo di difetti è di importanza capitale perchè a questa ognuno affida la sua vita. 

Per esempio, corde, imbracature e moschettoni sono attrezzature ben note per la loro solidità e affidabilità, e a buona ragione.

Purtroppo invece, alcuni tasselli  (fix), placchette (piastrine), fittoni, catene o anche anelli di calata, una volta messi dentro la roccia rivelano dei gravi difetti  che sono per lo più imputabili a  costruttori specializzati. 

Eppure su questi dispositivi si legge che sono stati fatti nel rispetto di determinate norme di standardizzazione. Ciò che sorprende in questi problemi, e per la maggior parte dei costruttori, non è soltanto la gravità dei difetti, ma anche il fatto che questi difetti si ripresentano nel tempo. È anche altrettanto curioso il fatto che i materiali impiegati, le tecniche di fabbricazione e i protocolli di controllo sono perfettamente conosciuti e consolidati da tanto tempo nell'industria e nella cantieristica [costruzioni navali, N. d. T], dove l'inox 316L, in contatto con la salsedine, si comporta perfettamente sotto sforzo e nel tempo.

Questo dovrebbe escludere qualsiasi problema di qualità sugli spit per l'arrampicata, ma invece non è così. 

Prima di parlare delle difettosità, vi propongo un breve excursus storico, per comprendere meglio l'evoluzione di questi dispositivi [gli ancoraggi, N. d. T.] 

Ancoraggi Storici
1) Materiale artigianale di C. Remy fatto nel 1970
2) Chiodi ad espansione e diverse placchette
3) Placchetta artigianale che ha resistito in parete più di 30 anni
Dar, Diablerets, Suisse
Christine Remy

I primi chiodi furono a compressione, a espansione, poi arrivarono gli spit artigianali, negli anni 60-70, poi, i tasselli, come i Phillips o i Tilca, con delle placchette fatte a mano, o gli M8 [8mm di diametro, N.d.T] di Petzl in alluminio anticorodale per la speleologia, usate anche per attrezzare vie, ma con parsimonia perchè i buchi erano fatto a mano. 

Agli inizi degli anni 80, si passa al diametro M10 [10mm N.d.T] (e persino M12), e  sul mercato si riescono a trovare vari tasselli e placchette in acciaio (più economiche, ma si arrugginiscono con l'umidità) o in Inox (più cari; gli inox sono leghe di acciaio, anche se nel linguaggio corrente sono chiamati "acciaio inox"), così come anelli per le soste.

Dal 1985, la posa degli spit è facilitata dall'utilizzo del trapano a batteria. Con la moltiplicazione degli itinerari, l'attrezzatura di vie con spit si evolve (tasselli, placchette, fittoni...). Questo materiale viene anche impiegato in posti dove il suo uso era abbastanza insolito, per esempio vicino al mare, dove questo materiale si ossida rapidamente a causa della salsedine.

Per porre rimedio a questo problema, si inizierà ad usare l'acciaio A2. Questa lega, che a quell'epoca considerata eccellente, non era adeguata, perchè la sua composizione non resiste alla corrosione in un ambiente così aggressivo come quello marino. Perciò poco dopo il 2010, l'Inox 316L e l'inox HCR divengono i materiali standard per l'attrezzatura di vie di arrampicata, ai fini di evitare la corrosione, in particolare vicino al mare.

Ma ahimè, nel tempo, tra questi inox utilizzati sulle pareti lungo le coste si sono evidenziate delle differenze di comportamento, e, peggio ancora, come si vedrà in seguito soprattutto nei pressi del mare: la loro qualità non è stata sempre quella dichiarata. Secondo l'UIAA e secondo i costruttori,  il principale problema creato dall'ambiente marino  agli ancoraggi conformi alle norme e ben installati in parete è lo Stress Corrosion Cracking  (SCC).  

Tuttavia, l'origine dei principali problemi menzionati in questo articolo si trova a monte:  quelli problemi sono legati all'utilizzo di un inox diverso da quello dichiarato, o a degli anelli saldati male, o entrambi.

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