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Marzamemi dei tempi che furono

Margherita Montoneri dà inizio alla sua serie di articoli sui luoghi da scoprire in Italia.

Il punto di partenza della rassegna è il suo paese d'origine, in Sicilia. Nella prima parte ci racconta come era Marzamemi negli anni 70,  nella seconda ci dice quali sono le cose da vedere.

Per facilitare la consultazione, i luoghi saranno tutti fascicolati, regione per regione, e poi raccolti in una mappa, come le falesie.

Parte 2 / 9
Porticciolo della Ballata
Porticciolo della Ballata, oggi
PJ (Margherita Montoneri)

Sembra che la mano di un gigante bambino abbia gettato un mucchietto di case sulla riva del mare: da bambina mi piaceva pensare Marzamemi in questo modo. Prima che arrivassero il turismo di massa, i locali, i localini, ristoranti, trattorie, negozi e negozietti, Marzamemi era davvero nient’altro che un piccolo e semisconosciuto borghetto di pescatori nel profondo Sud della Sicilia: un albergo, un paio di bar e un piccolo emporio, e le grida dei venditori ambulanti sotto le finestre di casa, ognuno riconoscibile dalla sua particolare nenia. Vendevano frutta, verdura, biscotti, ricotta fresca e carbonella, persino vestiti e materassi.  La sera si andava a fare lo struscio sulla via principale, o sul moletto del porticciolo o sulla diga a guardare le stelle e c’erano così poche luci che le vie Lattee più belle le ricordo da lì, come strade lucenti che solcavano il cielo luminoso della Sicilia.

La Balata e la Tonnara
La Balata e la Tonnara
Mario Montoneri, primi anni '70

A volte d’estate aprivano la tonnara, una volta fasto del paese: ci facevano delle mostre interessantissime sulle tradizioni e la vita dei pescatori, “Cunta lu nannu” si chiamavano, “Il nonno racconta”. E ricordo dentro gli sceri, le enormi nere barche per la pesca dei tonni,  che ora, credo, stiano marcendo in abbandono.

Ogni  volta che ci torno, mi piace ricordarlo così, come nelle foto di mio padre: Marzamemi dei tempi che furono, Marzamemi dal nome misterioso che si perde nella notte dei tempi. Tra le tante teorie etimologiche, quella che mi raccontavano da bambina e che mi piace ricordare, riporta il toponimo Marzamemi all’arabo marsà al-ḥamāma, cioè 'baia delle tortore'. Come in una favola, immaginavo le tortore che a primavera riempivano il paese col loro tubare.

 

Marzamemi
1) La Piazza 2) La Balata 3) Marzamemi vista dal mare
Mario Montoneri, primi anni '70

Faccio scomparire i locali e gli aperitivi e ricordo il paese deserto e spazzato dal vento, come nel film Kaos dei fratelli Taviani, uno dei primi dei (tanti, poi tantissimi) film che vollero Marzamemi come location, incantati forse dal fascino antico del borgo di pescatori siciliani.  Lo stesso vento e la stessa polvere che ritrovavo nei brani di Vitaliano Brancati, scrittore di origine pachinese, che pare soggiornò per un po’ sull’ “Isola piccola”, ora proprio “isolotto Brancati”, poco di più di uno scoglio con una villetta rossa, al largo del porticciolo sul Mare Jonio.

Immagine rimossa.
La piazza di Marzamemi, oggi, Ph. PJ (Margherita Montoneri)
Parte 2 / 9

Marzamemi è una frazione del comune di Pachino, in provincia di Siracusa (Sicilia).

A meno di 5 Km dalla Riserva naturale orientata Oasi faunistica di Vendicari (con libero accesso sulla spiaggia, sentieri escursionistici), e a meno di 50 Km dalle gole della riserva Naturale Orientata Cavagrande del Passibile.

A pochi chilometri da Noto, famosa per la sua architettura barocca, ma anche da Modica, Avola e dalle tante falesie della zona di Ragusa

36.742886, 15.118674

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