

Descrizione
Falesia appartata e suggestiva, totalmente immersa nel verde, che ha nella bellezza degli scorci, nella panoramicità e nell’isolamento, oltre alla presenza di linee che ricordano le tipiche lunghezze di montagna, i maggiori pregi: un posto per “aficionados” lontano dall’omologazione e dalla confusione di molte falesie moderne. Si tratta di una fascia di travertino molto articolata di circa 100 m di lunghezza e 35 metri di sviluppo nel punto più alto, con alcune zone non compatte. La zona centrale, quella più imponente e complessa, è caratterizzata da una minore qualità della roccia con cenge mediane e uno zoccolo di rocce friabili che conferiscono alle pareti un aspetto dolomitico. L’arrampicata è atletica con singoli passaggi di forza che permettono di superare i numerosi tetti, ma non mancano vie più tecniche e splendide linee di continuità. Il settore è caratterizzato prevalentemente da vie di medio livello anche se la spittatura lunga, la roccia imperfetta e le poche ripetizioni rendono la scalata tutt’altro che agevole e molto guardinga. D’inverno si scala bene se c’è il sole e il luogo risulta abbastanza riparato, d’estate solo di pomeriggio, dopo le 15. Le stagioni ideali sono primavera e autunno. Prestare attenzione all’avvicinamento dopo piogge prolungate! Scoperta sul finire degli anni ‘50 è stata utilizzata nel corso degli anni ‘60 – ‘70 come palestra di roccia per i corsi di alpinismo del CAI di Ascoli e probabilmente in seguito da P. Mazzanti e compagni, è stata poi abbandonata. È stata riscoperta e valorizzata in chiave moderna, dopo qualche timida esplorazione, solo a partire dal 2012 da Gianluca Di Benedetto, spesso in auto-sicura, o aiutato da Massimo Monticelli in una prima fase e poi da Stefano Di Lorenzo, grazie al quale nasce il settore destro con linee più abbordabili molto interessanti! Il complesso lavoro di ripulitura e bonifica dei singoli tiri, che non può dirsi concluso, è stato portato avanti da Gianluca Di Benedetto e Stefano Di Lorenzo; quest’ultimo ha avviato un lodevole progetto di richiodatura con soste omologate. Il materiale è stato fornito in buona parte dai climbers di S. Egidio alla Vibrata: Simone Nikolai, Pierpaolo Di Matteo, Stefano Marini, Antonio Lepore e altri, che hanno creduto nel potenziale del luogo. Si raccomanda di prestare attenzione a zecche e vipere nei mesi più caldi! È vivamente consigliato l’utilizzo del caschetto ed è consigliabile munirsi di cesoie per i rovi e la vegetazione che potrebbero essere ricresciuti sulle vie a causa della scarsa frequentazione e soprattutto vi preghiamo di non abbandonare rifiuti e di rispettare la natura.
Accesso Stradale