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La Montagna Spaccata di Gaeta: problemi e prospettive dell'arrampicata

Arrampicare sulla Montagna Spaccata: i problemi di corrosione, i divieti posti dal Parco, i rapporti con gli enti locali. Tante questioni da districare e sulle quali cercare di fare chiarezza.   

Gaeta Fitting
Fittone rotto
Rielaborata da un'immagine web

Domenica 29 ottobre a Gaeta c’è stato il primo incidente documentato dovuto alla rottura di un fittone sulla Via dello Spigolo, ma già lo scorso anno un altro incidente simile, per fortuna senza conseguenze, si era verificato per la rottura pare di un fix sulla via Luxur per Anubi.
Il problema è serio, ed è noto già da anni, è stato riscontrato diverse volte soprattutto in Sardegna e in Sicilia, per Gaeta era solo questione di tempo. In Sicilia e in Sardegna si sono già mobilitati per la richiodatura degli itinerari a rischio con materiali resistenti alla corrosione, tipicamente titanio, ma anche acciai speciali. Ovviamente i costi di tali operazioni sono alti, e a parte i costi dei materiali, anche l’impegno è enorme, e purtroppo non ci sono molti operatori competenti che si possono occupare della cosa.
Ma questi sono problemi tutto sommato risolvibili.
Quello che invece credo sia il problema più difficile da affrontare è l’atteggiamento delle autorità nei confronti dell’arrampicata in generale e sulla Montagna Spaccata in particolare.
Il problema è annoso e se ne è discusso molto a lungo, soprattutto negli ultimi 10 anni.
Si è passati per varie fasi, prima l’aspetto della protezione ambientale, la zona è Parco Regionale, ma grazie alle lunghe trattative con le autorità del parco alla fine si era più o meno giunti ad un accordo, stabilendo le zone interdette, lasciando libera la frequentazione degli itinerari presenti sulla Montagna Spaccata e bloccando temporaneamente la frequentazione solo in periodi specifici e in particolari settori tramite comunicazioni puntuali rispettate da tutti.

Purtroppo però in seguito (2014) si sono sovrapposte le ordinanze comunali relative al rischio idrogeologico (Piano Stralcio per l’Assetto 
Idrogeologico, P.A.I.), ordinanze a carattere “temporaneo” in attesa di perizie commissionate dal comune di Gaeta, ma di cui non si ha notizia, che interdicono qualsiasi tipo di attività che presupponga la permanenza 
di persone o cose nelle aree sottoposte a tutela per pericolo frane, tra cui ovviamente anche la Montagna Spaccata.
Naturalmente ci si è mossi anche per cercare di contrastare queste ordinanze, e alla fine nel 2018 si è arrivati a una specie di compromesso.  Il Comune di Gaeta, su richiesta della Sezione di Roma del CAI, ha dichiarato di “non ravvedere ostacoli per il raggiungimento delle aree di arrampicata” ma specificando che quell’area è monitorata dall’Ente Parco con il quale dovrebbero essere concordate le modalità di accessi per i giorni richiesti. In pratica una specie di scaricabarile.
Di fatto hanno fatto tutti finta di nulla e si è continuato a frequentare la Montagna Spaccata più o meno come si faceva prima delle ordinanze.

Emiliano Della Bella sulla via dello Spigolo
Saluti dallo Spigolo della Montagna Spaccata
ar. Emiliano Della Bella, 2011 ca

Tutto bene quindi, fino a quando non succede nulla, perché nel momento che invece devono intervenire i soccorsi per un incidente (per fortuna non grave) e il 31 Ottobre 2023 su Latina Quotidiano si legge il seguente pezzo (non firmato):

"Nel pomeriggio di ieri, un intervento di emergenza è stato necessario nel Parco Riviera di Ulisse, dove due scalatori si sono trovati in una situazione di pericolo su una falesia di Monte Orlando, una zona che è 
strettamente vietata all’arrampicata. L’incidente si è verificato quando i due scalatori hanno deciso di sfidare il divieto e si sono avventurati su una falesia notoriamente pericolosa. Rimasti bloccati, hanno prontamente richiesto aiuto ai Vigili del Fuoco, che a loro volta hanno contattato i guardiaparco del Parco Riviera di Ulisse per l’assistenza.
Gli interventi di soccorso hanno richiesto l’utilizzo di notevoli risorse, tra cui un elicottero, diverse pattuglie terrestri e un’unità natante. Solo grazie all’azione combinata di guardiaparco e vigili del fuoco, i due scalatori sono stati tratti in salvo. Questa situazione sottolinea come il mancato rispetto delle regole possa non solo mettere a rischio la vita degli scalatori, ma anche richiedere l’intervento di 
numerose risorse di soccorso.

Il Commissario del Parco Riviera di Ulisse, Avv. Massimo Giovanchelli, ha commentato l’operato dei guardiaparco con orgoglio, riconoscendo la loro capacità di gestire situazioni pericolose. Tuttavia, ha voluto 
sottolineare l’importanza della collaborazione da parte dei cittadini. Evitare azioni sconsiderate e rispettare le ordinanze del Parco è 
essenziale per garantire la sicurezza di tutti all’interno dell’area protetta."

Quindi a questo punto, la mia domanda è: ha senso darsi da fare, raccogliere fondi, comprare materiali, illudersi di mantenere in buone condizioni una via dove magari bisognerà andare di nascosto e sperare 
che non succeda nulla per non attirare l’attenzione?

Luigi Filocamo sul Traverso Fotonico
Sul Traverso Fotonico
Fabrizio Antonioli

La prima volta che sono andato ad arrampicare a Gaeta era il 1985, c’erano solo chiodi arruginiti, e non avevo neanche i friends, giusto qualche dado e tanta fiducia. In 40 anni di frequentazione ho 
partecipato ampiamente alla manutenzione, richiodatura e apertura di nuovi itinerari, ma adesso, a parte l’età e gli acciacchi, credo che burocrazia e l’ignoranza siano più difficili da superare di un 9c.

Faccio i miei più sinceri auguri a Lorenzo Trento e alla sua iniziativa di raccolta fondi per la richiodatura, e spero in un futuro migliore che non preveda l’interdizione di quelle pareti o magari, ancora peggio, la chiusura selettiva per chi non ha 
titoli professionali.

Commenti

Lorenzo Trento (non verificato)

Ciao Luigi mi stupisce come proprio tu non veda la necessità e il senso di richiodare quelle pareti
Anche la volontà della comunità di arrampicatori si è più che ampiamente pronunciata al riguardo
Infatti la raccolta fondi ha avuto un grande successo
Se leggi i nomi dei donatori ci sono personalità anche ben più autorevoli di me e di te.
I fatti che riporti sono corretti, ma il ragionamento che imposti presuppone nevessariamente un abbandono totale della parete.
Non é normale che una persona come te possa anche solo concepire questa cosa.
Piuttosto che scrivere ragionamenti vuoti (che non servono a raggiungere un risultato meritevole e che addirittura provano a descrivere l'inutilità di quello che facciamo), vista l'importanza della parete in questione e l'impegno che io e Mattia ci stiamo mettendo (in quanto uniche figure veramente competenti in materia) in collaborazione con il CAI di Roma, che si sta occupando di rapportarsi proprio con le istituzioni, avresti potuto farmi una chiamata o scrivermi per chiedere esattamente cosa sta succedendo adesso (per rendere la tua memoria storica più completa)
E Potresti dedicare il tuo tempo a darci una mano.
Aspetto una tua chiamata

Mer, 11/08/2023 - 11:54

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