Salta al contenuto principale

Cava d'Ispica

La tappa di oggi è un luogo magico: una lunga e profonda valle fluviale, che si snoda tra Modica e Ispica, e che ospita, tra le sue pareti strapiombanti, uno dei parchi archeologici più importanti della Sicilia. 

Parte 8 / 9
Cava d'Ispica
Cava d'Ispica: il sentiero
Margherita Montoneri (PJ)

Una valle scavata per quasi 14 km tra Spaccafonnu (l’odierna Ispica) e Modica, una spaccatura dell’altopiano ibleo che la ricchezza d’acqua trasforma in un giardino mediterraneo lussureggiante e profumato. Sono tornata nella parte Nord, quella verso Modica, dopo praticamente 30 anni esatti  e trovarla discretamente curata e con tanto di biglietto da pagare mi ha fatto un po' strano, ma da una parte meglio così, o molti dei suoi tesori si sarebbero persi, ricoperti dalla rigogliosa vegetazione o erosi dalle piogge e dai venti.

Tuttavia io me la ricordavo libera e selvaggia, senza pannelli, senza percorsi, ma con l’attenta e appassionata guida di Don Peppino.

Don Peppino era LA necropoli, sembrava farne parte e la necropoli faceva parte di lui. Don Peppino  ti faceva camminare e saltare sulle tombe a scoprirne ogni anfratto, a volte con passaggi neanche banalissimi, ma lui sembrava muoversi anche ad occhi chiusi leggero come un gatto,in equilibrio sui sottili bordi tra i loculi. Don Peppino ce l'aveva con la "sopradeficienza" come la chiamava lui, perché non valorizzava davvero il posto. Don Peppino non poteva salvare gli affreschi della chiesetta rupestre e allora aveva costruito una teca in legno e plexiglass, almeno per preservare un poco la Madonna. e te la mostrava con la torcia, fiero e commosso, come fosse il suo tesoro. Don Peppino a cui scrivevano persone da mezzo mondo e alla fine ti portava a casa sua e ti mostrava orgoglioso lettere, poesie e disegni ( tra le quali anche la mia letterina).

Io un po’ lo invidiavo, a Don Peppino. Avrei voluto anche io  passare l’infanzia avendo tombe e case rupestri come terreno di gioco, stendermi a riposare tra l’erba o all’ombra fresca di un ipogeo, sognando quegli antichissimi popoli che dal mare, così si raccontava, vennero ad abitare quella valle.

Cava d'Ispica: la Larderia e le Grotte Cadute
1) La Larderia
1) Le Grotte cadute
3) Don Peppino
Margherita Montoneri (PJ) & Mario Montoneri

Col senno di poi, non so se la sua infanzia sia stata davvero così idiliaca e bucolica come la immaginavo, e sempre col senno di poi, anche io ho avuto lo fortuna di avere come terreno di gioco, anche se per qualche mese dell’anno, gli spazi sconfinati dei campi di grano e delle vigne, delle spiagge sabbiose e dei mari calmi.

Ma tornando alla nostra valle, grazie alla sua posizione in prossimità del mare, alla sua forma a U, al tipo di roccia che ben si prestava alla lavorazione finì per essere testimone nei secoli, di un susseguirsi di abitazioni rupestri, fortificazioni, ginnasi, tombe, necropoli, chiese ed oratori. Si tratta di uno dei maggiori insediamenti rupestri della Sicilia, secondo forse solo a Pantalica, ma talmente ricco di tombe e ambienti rupestri in cui le varie stratificazioni storiche si mescolano e si intrecciano che qualche archeologo lo considera ormai un puzzle impossibile da rimettere in sesto. Dei suoi 13 km, ne abbiamo fatti...700metri, nella parte Nord della Valle. 700 metri così densi di storia e natura che avremmo potuto percorrerli in giorni. Si comincia con la Larderia, tra le più grandi grotte sepolcrali della Sicilia:circa 460 tombe, disposte lungo 3 navate, la più lunga sfiora i 40metri, e rappresentanti almeno 3 epoche diverse di scavi: i sepolcri si susseguono lungo una vera e propria rete di piccoli corridoi, sorretti da colonnine, arcosoli e celle. Si pensa che il nome possa venire da “Ardeia” cioè “ricco di acque” ed è sicuramente una visione che lascia di stucco.

Si passa poi per le imponenti Grotte Cadute, che rivelano le abitazioni rupestri scavate all'interno, e usate per tutto il Medioevo, un vero e proprio condominio nella roccia.  Si poteva passare da un piano all’altro tramite buchi scavati tra pavimento e soffitto e grazie a piccoli incavi nella parete che venivano utilizzati per arrampicarsi o disarrampicarsi tra i piani. Scale di legno, pali e corde esterne potevano poi essere tirate su e nascoste in tutta fretta in caso di pericolo.

Affreschi - Cava d'Ispica
1) Frammento della crocifissione
2) Madonna col Bambino, nella chiesa rupestre di San Nicola
Margherita Montoneri (PJ)

Più avanti, il percorso si fa più intricato, in una specie di caccia al tesoro ai pannelli esplicativi. La chiesa rupestre di Santa Maria è quasi del tutto distrutta, cerchi di immaginarla dalla piccola scala a chiocciola rimasta e dai frammenti di un affresco della Crocifissione. Poi c'è il camposanto, un'altra necropoli probabilmente cristiana, per una croce che si intravede ancora inscritta in un cerchio sulla parete, e poi il ginnasio ellenistico-romano, con la pozza per le abluzioni e con i sedili e le incisioni in greco ancora visibili che indicavano i posti per i giovani e per gli anziani.

Si finisce, per ora. con la chiesetta rupestre di San Nicola, dove ancora resistono al tempo affreschi di età bizantina. Qui  si riconosce infatti un San Nicola, con alcune iscrizioni e una bellissima Madonna col Bambino, quella che Don Peppino aveva coperto col plexiglass, ora rimosso. Questa è la parte della Cava cui sono più legata, quelle immagini che affioravano appena dalla roccia  avevano su di me un fascino arcano e poi c’era Don Peppino che ci lasciava saltare da una tomba all'altra dentro la Larderia (ora rigorosamente visibile quasi solo dall'esterno), quella dove si andava a giocare dentro le grotte immaginandosi la vita di una siciliana medievale o alternativamente una guerriera di qualche mondo fantasy. Ammetto di non aver resistito e di averlo fatto anche stavolta, infilandomi dappertutto e riempiendomi i capelli e i vestiti di polvere e ragnatele.

Questa è solo una piccolissima parte, si spera che il resto arrivi con la prossima puntata ma intanto ripenso a Don Peppino che ora riposa non so dove, e me lo immagino a chiacchierare seduto all’ombra di un leccio, con quegli antichi popoli di cui per anni custodì i segreti con l’amore semplice dei grandi cuori siciliani.

Immagine rimossa.
1) Il Ginnasio di Cava d'Ispica
2) Interno del Ginnasio con bacile per le abluzioni

 

Parte 8 / 9

Cava d'Ispica è una profonda valle fluviale, dalle suggestive pareti strapiombanti.

È lunga quasi 14 Km, e si snoda tra i comuni di Modica e Ispica.

Nella sua parte settentrionale c'è uno dei parchi archeologici più interessanti della Sicilia, per vastità e ricchezza.

Il parco è visitabile, con ingresso a pagamento. Si consiglia di controllare gli orari di ingresso.   

36.784973, 14.918029

Commenta

Testo semplice

  • Nessun tag HTML consentito.
  • Linee e paragrafi vanno a capo automaticamente.
  • Indirizzi web ed indirizzi e-mail diventano automaticamente dei link.