Salta al contenuto principale

Chi Siamo

Il decano della nostra community ci presenta.

Una scolaresca a Pale
Una scolaresca in falesia
Ar. Sergio Brun

Come membro più anziano della comunità di Climbing Spot Factory, mi è toccato l’incarico di scrivere due righe di presentazione del sito.

L’incarico in fondo mi si addice, perché nella mia vita ho attraversato tutte le fasi evolutive della scalata nel Centro Italia.

Prima inizi arrembanti con attrezzature improbabili e inadeguate, ed esperienza pari a “zero virgola…”.

Poi la chiodatura della prima falesia dell’Umbria, Pale, in cui per vedere il primo chiodo di una via ci voleva il cannocchiale e le protezioni, quando c’erano, erano fatte alla buona e messe più o meno dove era capitato (per non parlare delle soste..).

Infine la totale richiodatura del sito, che ho fatto personalmente con fix inox certificati, posizionati in maniera da minimizzare i rischi di impatto sulle cenge.

Tutto vissuto alla maniera del Centro Italia, cioè da pionieri in Umbria, ma andando a ruota appresso agli alpinisti del Nord; senza maestri, ma solo seguendo il “passa parola”, copiando ed emulando ciò che si veniva fortunosamente a sapere.

Slegato su La Luce
Year 1991, Free solo on La Luce, an example to be avoided
Ar. Sergio Brun

Proprio perché ho vissuto questa cronica difficoltà di reperire informazioni tecniche, ho deciso di contribuire al progetto di formazione di una piattaforma informatica che ha come scopo la divulgazione di informazioni provenienti da fonti autorevoli su novità, materiali, tecniche e sicurezza - a beneficio sia degli scalatori che dei chiodatori.

Gli appartenenti a questo gruppo sono tutte persone ben conosciute nell’ambiente, tutte coinvolte nella manutenzione o nell’attrezzatura di siti di scalata, che compaiono con nome e cognome, e sono dei riconosciuti punti di riferimento nei luoghi di cui si occupano.

Vi aggiorneremo su falesie e vie nuove, o riattrezzate; vi parleremo di sicurezza, di materiali. Daremo anche visibilità ai nostri sponsor, cioè a quelli che ci sostengono per l’acquisto delle attrezzature. Racconteremo delle storie, alcune vere, alcune inventate.

Vi daremo notizia di salite importanti e, misuratamente, parleremo anche di grado.

Parlare di grado è un po’ come parlare di soldi. I soldi nella vita servono, se non altro per sapere che tipo di cose si possono fare.

È una cosa abbastanza sensata preoccuparsi dello stato delle proprie finanze e cercare di avere sempre una buona disponibilità. Ma fissarsi sull’argomento e vivere in funzione dei soldi è sbagliato e controproducente: genera una incapacità di godere di quello che si ha e quindi una insoddisfazione strutturale.

Così è anche per il grado. Ci ripromettiamo di toccare l’argomento con accortezza e sobrietà, evitando le idolatrie da una parte e le demonizzazioni dall’altra.

Il tono che useremo sarà medio, un po’ serio, un po’ ironico.

Lasceremo l’enfasi alle narrazioni delle vite dei Santi e la retorica ipocrita alle varie sagrestie. Se proprio vorremo sottolineare qualche realizzazione saremo laconici; se proprio saremo arrabbiati saremo ironici e paradossali - e ci capiterà di arrabbiarci, visto che diamo voce a persone che di solito ne hanno poca.

Sulla Cresta del Lyskamm
Sulla Cresta del Lyskamm
Ar. Sergio Brun

A questo punto, visto che abbiamo detto di non volere essere ipocriti, restano due cosette da specificare riguardo al “Chi siamo”.

Siamo chiodatori, gente che si pone davanti ad una parete di roccia, ci vede un percorso e lo segna piantando dei chiodi nella pietra, il materiale più durevole sul quale si possono lasciare segni.

Da sempre, chiunque traccia un segno su una roccia  sente di fare un gesto magico. Traccia un percorso, indica una via agli altri.

Chiunque segue dei segni sulla roccia, a sua volta, sente di iniziare un percorso, anche interiore, di sfida, di miglioramento o di ricerca. Anche il più incallito scalatore su plastica, il più brutale trazionatore di liste di legno in palestra, quando affronta una via su roccia sente che qualcosa cambia rispetto alla ginnastica. Non è solo il vento, non è solo l’altezza, non è solo l’odore dell’aria. È che davanti a una parete di roccia la parte più istintiva del cervello prende una quota di controllo (con esiti non sempre splendidi, magari, specialmente se di solito è repressa).

Perciò gli scalatori si sentono tutti parte di una comunità: perché condividono tutti una esperienza di ricerca - ognuno con i suoi mezzi, ognuno con la sua sensibilità, ognuno con la sua capacità di percezione. Ognuno è, a suo modo, un creativo, uno che è uscito dalla folla anonima per iniziare un suo percorso.

In questo sito cercheremo di mostrare questo lato creativo. Accanto agli apritori di vie ogni tanto compariranno scalatori che dipingono, fotografano, scolpiscono, scrivono, suonano. Tutta gente che si mette in gioco e crea. Tutta gente che lascia la strada del quotidiano e accetta il rischio di perdersi seguendo una qualche via.

Io, che tante volte e in tanti posti mi sono perso, voglio chiudere dicendo a tutta questa gente avventurosa che perdersi è un’esperienza fondamentale della vita. L’importante è creare cose belle durante il cammino. Lasciate però segni belli, che invoglino le persone dietro di voi a venirvi a ritrovare, o perlomeno vi aiutino a ritornare da soli.

 

Commenti

viviana.smirnoff

Grande Sergio!!! Non potevi usare parole più belle e veritiere per descrivere il mondo della scalata.

Sab, 11/17/2018 - 08:06

Commenta

Testo semplice

  • Nessun tag HTML consentito.
  • Linee e paragrafi vanno a capo automaticamente.
  • Indirizzi web ed indirizzi e-mail diventano automaticamente dei link.